sabato 30 gennaio 2010

Benito Mussolini e le visitatrici fasciste

Un’amante al giorno, ogni pomeriggio, posseduta nella Sala del Mappamondo.

Nonostante Benito Mussolini non fosse propriamente un adone, data la sua altezza (167 cm), la sua corporatura tarchiata, il viso pallindo, il naso aquilino e la bocca larga, il duce poteva vantare una moltitudine di amanti di ogni genere, probabilmente grazie all'eloquio trattandosi di un ottimo oratore. La nudità femminile lo affascinava e tormentava dalla tenera età di 16 anni, quando si introdusse in un postribolo. Quell'esperienza gli costò una blenorragia, ovvero lo scolo, ma bastò per trasmettergli la passione per il corpo femminile. Le donne di Mussolini provenivano tutte da famiglie borghesi, non amava le aristocratiche ne quelle di ambienti modesti, unica eccezione, Angela Curti, figlia di un tipografo socialista.

Alle amanti più assidue riservava il vasto tappeto, alle nuove, il sedile di pietra, ricoperto da un lungo cuscino trapunto. Durata dell’amplesso: un quarto d’ora. Più che di amanti, a dire il vero, si trattava di visitatrici fasciste, che si accostavano a lui come per deporre una corona d’alloro ai piedi del vicino Altare della Patria. Alle amanti vere, Benito Mussolini concedeva un trattamento meno frettoloso nella più romantica sala dello zodiaco, sotto un soffitto di stelle e pianeti.

Il duce sposò Rachele Guidi nel 1909, che passò accanto a lui trentacinque anni, perfettamente consapevole di essere cornificata. Prima di sposarlo, infatti, sapeva che Benito frequentava i casini e che per lui le donne, in linea di massima non avevano grossa importanza al di fuori della monta.

Le amanti più conosciute rimangono comunque Margherita Sarfatti, scrittrice e intellettuale che nel 1925 pubblicò in Inghilterra una famosa biografia di Mussolini, e Claretta Petacci, che volle condividere con lui la sorte durante gli ultimi giorni della Repubblica Sociale e che venne con lui fucilata.

Su questo preciso argomento è stato scritto un libro dal giornalista Giancarlo Fusco: "Mussolini e le donne"

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