giovedì 28 gennaio 2010

L'arte dell'imbalsamazione o tassidermia

A chi di voi, gentiluomini, non è mai capitato, trovandosi in casa di un nobile appassionato di caccia, di ammirare i suoi variopinti trofei? Un fagiano, un cinghiale o perfino un cervo possono essere conservati nel tempo mantenendo la loro bellezza selvaggia attraverso l'imbalsamazione o impagliatura. Quando si parla di imbalsamazione di animali il termine più corretto è tassidermia, dato che si tratta di mantenere pelliccia o piumaggio in ottimo stato (tassidermia dal greco: "mettere in ordine" + "la pelle").

Gli Antichi Egizi furono i primi a sviluppare le tecniche dell'imbalsamazione. Questi ultimi infatti ritenevano che la conservazione della salma potesse consentire allo spirito del defunto di riappropriarsene. La pratica era diffusa anche presso gli Inca e presso altre popolazioni del Perù, in aree climaticamente favorevoli ad operazioni di contrasto della decomposizione. I primi esempi di cadaveri che conservano parti non ossee provengono infatti da sepolture in ambienti poco adatti alla decomposizione come deserti o zone molto fredde.
Nella civiltà occidentale l'imbalsamazione fu utilizzata soprattutto per soldati e guerrieri di rango defunti lontano da casa ed i cui corpi si intendeva preservare per celebrarne le esequie nella madrepatria.

Oggi giorno l'imbalsamazione si usa, come del resto ho già detto, sugli animali, principalemte per farne trofei di caccia, ma anche per creare decorazioni, per esempio negli anni 30, in italia, i fenicotteri impagliati erano di gran moda. A volte si tratta dell'applicazione della pelle asportata dall'animale su una struttura di diversi materiali, che ricordi in tutto e per tutto i lineamenti del defunto. A volte invece si tratta di un vero e proprio lavoro di mummificazione come avvenivanei tempi antichi.

Tutt'ora esiste qualche esempio di imbalsamazione su un essere umano. Nell'Unione Sovietica la salma di Lenin è stata imbalsamata. La moderna imbalsamazione si giova della scoperta della formaldeide, ad opera del chimico August Wilhelm von Hofman (1867). Questa sostanza, poi evoluta nella formalina, soppiantò l'allora usato arsenico.


Per saperne di più su questa affascinante arte congiliamo il sito: http://www.taxidermy4cash.com/

1 commento:

  1. Mi pregio di encomiarla per lo splendido lavoro svolto, caro collega.
    L'utilità e l'interesse dell'articolo sono indubbi, in tempo di digitalizzazione, web e supporti informatici cosa chiedere di meglio della arcaica conservazione di carni e piume, specie se su supporti di legni pregiati....
    Se sfogliamo lo Zanichelli, alla voce trofeo - di caccia - leggiamo: preparazione naturalistica di teste di animali uccisi, spec. se forniti di corna eccezionali.
    Me ne compiaccio!

    RispondiElimina