venerdì 29 gennaio 2010

El medico dea peste: avvoltoi a Venezia.


"[...]la peste straziava i corpi che erano ricoperti da "fignoli, pustole, smanie" e mandavano un odore fetido. I ricchi morivano come i poveri. Volete sapere quanti Veneziani se ne andarono al Padreterno? Ottantamila, pensate, in diciassette mesi; dodicimila nel novembre del 1630; in un solo giorno, il 9, furono cinquecentonovantacinque [...]


Alvise Zen, "medico della peste", scrive a monsieur d'Audreville qualche anno dopo l'epidemia che decimò la popolazione di Venezia in due ondate successive, nel 1575 e nel 1630



In questo blog si propone tutto ciò che può essere interessante a fini formativi e di diletto.



Anni fa, a Venezia, nella nebbia di un Carnevale come altri, tra barocchi merletti e splendide cortigiane, la mia attenzione venne calamitata da un personaggio alto, curvo, con pallide fattezze d'uccello...in perfetta simbiosi col decadente clima che aleggiava tra le calli.

La piaga che maggiormente colpì la Serenissima, fu sicuramente la Peste Nera, che flagellò la città a più riprese, favorita dai fiorenti scambi di merci. "El medico dea peste" (XVII sec) non è una vera e propria maschera, ma un travestimento utilizzato dai "medici della peste", ovvero coloro che andavano a visitare i pazienti colpiti dalla peste con questo strano abbigliamento.
Il costume del medico dea peste è in se particolare: indossa una tunica di puro lino o di tela cerata ed una maschera che lo faceva assomigliare ad un grande uccello (più che altro era considerato un lugubre avvoltoio...). La ragione funzionale del grande becco stava nel fatto che dentro ci fossero poste delle bende impregnate di sostanze medicamentose e spezie aromatiche.

Sopra alla maschera portava degli occhiali ed inoltre era sempre accompagnato dalla fedele bacchetta, con la quale sollevava le vesti degli appestati, pensando che così mascherato la terribile epidemia non gli poteva causare alcun danno.


A questo punto, se si analizza il dato squisitamente estetico della maschera, non si possono non notare analogie di forme con le più antiche raffigurazioni tribali e religiose che la storia ci consegna.

Prendendo le fattezze delle maschere africane, australiane o addirittura il volto della divinità egizia Anubi possiamo notare che, pur non conoscendone le ragioni, questa fisionomia va da sempre a braccetto con la morte... Avvoltoi nella Storia.

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